Olio extra vergine di oliva

Prodotto con l’antico sistema delle macine a pietra. Le olive utilizzate provengono da cultivar di olive misti composti principalmente da: frantoio, leccino, carboncella, muraiolo ed altre varietà in piccole percentuali quali il pendolino oltre ad una varietà locale quale il Sargano del Fermano. Le olive sane e fresche, raccolte a mano in leggero anticipo di maturazione raggiungono il frantoio poche ore dopo la raccolta in ceste forate per evitare il fenomeno del riscaldo; vengono lavorate tempestivamente all’arrivo con il sistema tradizionale a pietra, la cui caratteristica principale è la lavorazione completamente a freddo della pasta di olive: essa garantisce il massimo contenuto di antiossidanti naturali.

Pasta artigianale

Ottenuta con una lavorazione artigianale, utilizzando una particolare selezione di grani duri che più si adattano alle condizioni climatiche del medio adriatico. La lavorazione con trafile di bronzo rende la superficie ruvida e porosa; l’asciugatura poi, a bassissime temperature per circa 48 ore, permette di ottenere un prodotto di altissima qualità, con una bassissima percentuale di grassi e ricco di zuccheri composti. L’elemento principale per ottenere la pasta è la semola. Essa è prodotta dalla macinazione del cuore del chicco di grano duro attraverso il lavoro fatto sulla coltura, con grande passione e dedizione.

Vino cotto

Dal latino “Carenum” è un’antica e gustosa bevanda a base di mosto cotto parte integrante della cultura gastronomica marchigiana. Il Vi’ Cotto (detto anche vinocotto, vi quot, ucotto etc a seconda del dialetto locale) si ottiene portando il mosto d’uva con una lenta cottura su calderoni di rame con fuoco a legna per circa 12-15 ore ad una riduzione di volume del 40-50% concentrando così la parte zuccherina del mosto fino ad ottenere un sentore di caramello. Questo mosto cotto viene poi messo in botti, per il primo anno in rovere poi per i successivi in botti di quercia. Per poter essere consumato occorrono minimo due anni di stagionatura in botte se si vuole un vino dolce, mentre dopo circa dieci anni si inizia ad ottenere un prodotto molto strutturato che al suo interno vi sono i mosti di tutte le annate utilizzato per i rimbocchi della botte, questo prodotto ha un gusto più deciso e forte. Nella cultura marchigiana il Vi’ Cotto è stato sempre visto come bevanda che tutte le famiglie avevano e conservavano con cura, e il suo uso non era solamente finalizzato ad essere servito come vino dolce ma il suo impiego si allarga a tutti i momenti della vita contadina. Innanzitutto era ed è considerato un forte energizzante date le sue caratteristiche zuccherine elevate, veniva servito nei campi ad esempio durante la mietitura dove le braccia dei contadini erano messe a dura prova! Dato il nome latino come precedentemente detto questa bevanda fonda le sue radici in tempi passati al tempo dei romani. Tracce della sua storia si hanno in svariati documenti anche fuori dalle Marche.